Chiesa di San Rocco

La chiesa di S.Rocco si innalza su un piccolo poggio lungo la strada che da Collio porta a Memmo.

Venne iniziata forse intorno alla metà del 1400 secondo il Guerrini per voto espresso nella peste del 1474.

 

La cappella precedente era dedicata a San Sebastiano ed era molto piccola tanto da occupare solo l’attuale presbiterio;

All’origine della nuova ricostruzione vi fu certamente la vitalità della confraternita di questo sodalizio, che intraprese un ampliamento a partire dal 1574 e concluso attorno al 1577.

E’ di forme architettoniche semplici a parallelepipedo, a pareti lisce, non contraffatte, con tetto a capanna.

L’impianto architettonico presenta caratteri di arcaicità tipici dell’architettura lombarda del 1300-1500.

La facciata presenta elementi tipici delle chiese campestri con la copertura a capanna e il grande rosone circolare; unica eccezione è l’elegante portale in stile romanico in pietra grigia, ad arco con strombatura a colonnette e capitelli a foglia.

La facciata è munita di un portale caratteristico a strombatura, con capitelli a fogliette lisce, e arco pieno al centro.

È nell’ultimo ventennio del sec. XVI che il santuario assume definitivamente la struttura che ancora oggi conserva. il bel portale in pietra, sul quale sono incise queste parole: “Coe et (socie) tas Medu(li) Valdardi hanc portam ex devotione f.f. “cioè il “Comune di Collio e la società del medolo di Valdardo fecero fare questa porta per devozione”.

Passaggio da forme ambiguamente gotiche, ad altre non meno ambiguamente rinascimentali.

Una iscrizione latina ricorda come “il Comune di Collio e la società dei minatori di Valdardo fece fare questa porta per devozione”.

Più sopra sta un semplice rosone circolare.

nella sua volumetria esterna, il S.Rocco si presenta di carattere ancora romanico, nella forma semplicissima, parallelepipeda, a pareti lisce, non contraffortate, coperta a capanna, su cui si profila la facciata, munita di un portale caratteristico a strombatura, con risalti e modanature a sezione semicircolare, capitelli a fogliette lisce e arco pieno al centro; più sopra un semplice rosone circolare.

L’abside maggiore è a forma semicircolare con archetti decorati in cotto intrecciati, montati su mensolette a T costruiti con laterizi e con sopra una cornice con motivo a sega.

Il «fregio esterno dell’abside, dal disegno di gusto decisamente gotico,

L’insieme, in cotto a vista, ricama la bella superficie cilindrica e ne esalta i valori plastici.

Nella tessitura muraria dei fianchi, composta da poderosi contrafforti che all’interno sostengono gli archi traversi, si aprono grandi finestre e un semplice portale architravato a cui si accede per rustici gradoni in pietra locale dal suggestivo colore bruno-violaceo.

L’abside conserva ancora ben visibili figure che il Panazza definisce di tipo ferramoliano con una intelaiatura di richiamo bramantesco, mentre nella calotta il Pantocrator fra evangelisti e simboli è “di un debole derivato del da Cemmo”.

Sovrapposizioni barocche del sec. XVII hanno deturpato le linee quattrocentesche.

Nuovi, pessimi restauri vennero compiuti nel 1867, dopo il colera

E perciò fra le prime chiese bresciane dedicate al santo taumaturgo.

l’architettura é lombarda, chiaramente quattrocentesca e i successivi ritocchi barocchi non sono riusciti a mutare del tutto le severe linee originarie.

Inizialmente doveva trattarsi di una semplice cappella forse dedicata dapprima a S.Sebastiano e poi a S.Rocco.

Le opere di ampliamento e di abbellimento continuarono anche nel ‘600, quando venne posta una pala, poi collocata sulla parete della navata di sinistra.

Alcune lapidi interne ricordano dei legati,

Nel 1912 la chiesa venne dichiarata monumento nazionale, ma, pochi anni dopo, dal 1915 al 1918, venne requisita ed usata come stalla per i cavalli del contingente di artiglieria

L’abside maggiore è parte dell’antico oratorio, mentre le due absidiole e le tre navate furono costruite dal 1574 all’inizio del 1580.

 

AFFRESCHI – INTERNO

L’interno ha una volta a crociera con costoloni, montata su archi a tutto sesto, e un emiciclo coperto da semicalotta. L’affiancano due piccole absidi semicircolari.

Le tre navate sono separate da due filari di alte

colonne cilindriche in pietra che danno alla chiesa, come rileva Adriano Peroni, una struttura di sala “pura”.

L’abside maggiore sporge in forma semicilindrica

Nel catino domina Cristo giudice assiso tra santi ed evangelisti. L’arcosolio rappresenta S.Rocco fra gli appestati, affresco di nobile fattura databile alla seconda metà del ‘600.

Delle due cappelle laterali l’unica che ha conservato affreschi è quella occidentale o di sinistra. Al centro domina il Padre Eterno con ai lati S.Bernardino e S.Barbara.

La chiesa è esempio importante e caratteristico di architettura, con affreschi della fine del ‘400 o del principio del ‘500, ora foppeschi ora ferramoliani; nell’abside centrale è un “S. Rocco con gli appestati” dipinto sull’arcone del  presbiterio dagli arditi effetti prospettici.

L’interno della chiesa è diviso in tre navate da due file di archi su massicce colonne in pietra.

L’ampia aula termina con tre absidi circolari.

Dal 1580 la chiesa venne via via arricchita con affreschi che compaiono soprattutto nel coro e nell’abside voltata a crociera: vi si ammira un Cristo Pantocratore attorniato dagli Evangelisti t(Immagine 19), mentre al di sotto in una finta esedra si vedono figure di santi; nell’arco di trionfo troviamo un’immagine del santo titolare, San Rocco tra gli appestati della metà del Seicento forse di Giovanni Antonio Italiani.

Ad accrescere la devozione al santo fu probabilmente la peste del 1630: allora il santuario divenne meta di pellegrinaggi che contribuirono al sua mantenimento e al suo arricchimento con opere d’arte come la pala della Madonna tra Santi.

Il Santuario di S. Rocco, una delle prime chiese bresciane dedicate al santo, fu probabilmente edificato nel 1574 per voto pubblico in seguito ad un epidemia di peste.

Categories StoriaParrocchia | Tags: , , , | Posted on Dicembre 14, 2011

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