Chiesa di San Colombano
Ecclesiasticamente il territorio appartenne alla pieve di Bovegno, entrò poi, come s’è ricordato, probabilmente nell’ambito del monastero di Bobbio e in quello di S. Faustino Maggiore.
Già nel sec. XIV esiste una struttura ecclesiastica propria.
Come si è accennato una chiesa era già esistente nel 1389. Cadente, anzi quasi del tutto distrutta.
Il titolo di S. Colombano sono indizi dei «diversi possedimenti pascolivi e prativi che il monastero di S. Faustino di Brescia vi aveva».
Documenti del 1572 e 1573 dicono della chiesa già “cascata et rovinata.
La chiesa dell’alpestre paese valtrumplino, in origine piccola cappella annessa – durante l’alto Medioevo – ad un ospizio per pellegrini transitanti per il passo del Maniva, risultando cadente nel 1567,
S. Carlo Borromeo decideva il 18 agosto 1580 di erigerla in parrocchia, staccando e separando come si legge nel decreto relativo alla cura d’anime della Chiesa Parrocchiale di S. Nazaro.
La cura della chiesa viene affidata nel 1617 ad una Confraternita detta di S. Colombano
fu ricostruita e consacrata nel 1625.
La Chiesa di San Colombano fu ricostruita nel 1625 nel luogo di una cappella annessa all’ospizio per i viandnati. All’altar maggiore è posta la pala di Stefano Viviani (1617).
La chiesa viene consacrata il 25 aprile 1625, data nella quale viene benedetto anche il cimitero.
Venne ricostruita negli anni a cavallo del ‘500-‘600 e consacrata nel 1625.
La chiesa venne ricostruita nel giro di due decenni circa, tanto che nella visita pastorale del 2 aprile 1606 il vescovo Marino Giorgi trovava già costruito
Nel 1980 la riscoperta al centro della chiesa di una tomba con alcune salme intatte si decisero indagini approfondite del Dipartimento di biologia dell’Università di Padova da cui risultò che si trattava con tutta probabilità delle salme, conservate per un ambiente particolarmente favorevole, di sacerdoti e chierici della fine del Cinquecento e della prima metà del ‘600.
Venne poi ampliata nel 1719 e decorata dal grande pittore Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto.
L’attuale chiesa si presenta in linee del primo Settecento.
Nel 1948-1949 viene restaurata dal pittore Palmiro Vezzoni la chiesa parrocchiale.
Nel 1996 la parrocchia provvede a ristrutturare totalmente l’antica canonica: solo nel 1999 il parroco entra nella nuova canonica.
AFFRESCHI
Di buona fattura gli affreschi della volta, databili al secolo XVIII.
Spiccano nella volta bellissimi affreschi che lo stesso studioso ha assegnato di recente al Pitocchetto, Giacomo Ceruti tra il 1720 e il 1730.
Gli affreschi della parrocchiale raffigurano episodi della vita di S.Colombano: nell’ordine, si possono vedere partendo dall’ingresso, S. Colombano in meditazione nel suo eremo, S. Colombano che abbatte gli idoli, S. Colombano che predica alle folle, S. Colombano che guarisce i malati.
Altri affreschi sono stati eseguiti nel 1948 dal pittore Palmiro Vezzoni di Rivarolo del Re (Cremona) che nella volta ha eseguito tre tempere raffiguranti il Padre che invita i figli alla Grazia: lo Spirito Santo in un tripudio di angeli; il Figliolo accogliente e benedicente nella ben riuscita figura di Gesù.
Quattro affreschi di dodici metri quadrati ciascuno sostituiscono i vecchi deteriorati e deturpati:
1 – A destra Elia, svegliato dall’angelo robusto e florido, si appresta al pane che lo fortificherà nel lungo viaggio;
2 – vicino all’altare i discepoli di Emmaus estasiati «cognoscunt Jesum in fractione panis»;
3 – a sinistra: Abramo impugna fortemente il coltello sacrificatore sul figlio Isacco, mentre l’Angelo, quale celestiale visione, trattiene il braccio del provato genitore.
II presbiterio più ristretto in confronto alla chiesa è decorato a sinistra con affreschi raffiguranti Isaia e l’angelo che gli porge il pane e la “Cena di Emmaus”, a destra il sacrificio di Isacco.
4 – Vicino alla mensa, il Sacrificio del Calvario.
ALTARI
La pala maggiore della chiesa di S. Colombano raffigurA in alto la «Madonna col Bambino» affiancata dai santi guerrieri Faustino e Giovita; il dipinto, firmato da Stefano Viviani, è datato 1617.
Sull’altare maggiore si trova una tela firmata in basso al centro «STEFANVS / VIVIANVS / F. 1617», raffigurantela Madonnacon il Bambino tra i Santi Faustino e Giovita e il patrono S. Colombano con S. Carlo” datata 1617 e firmata da Stefano Viviani.
II primo altare a destra è dedicato a S. Antonio di Padova che venerala Madonnacol Bambino che Sandro Guerrini considera «pur se ridipinta, un’opera di grande respiro: lo stesso Guerrini indica il «dipinto, spiccatamente di area veneta e che potrebbe essere opera di Pietro Liberi».
Sul secondo altare di destra è collocato un bel Crocefisso, databile, secondo S. Guerrini, intorno alla prima metà del Cinquecento
Vi compare il paesaggio che ci dà un’immagine del paese, del Mella e dei monti circostanti all’inizio del XVIII secolo.
Scendendo sul lato sinistro si incontra l’altare della Madonna del Rosario raffigurata in una scultura recente. Bella la mensa in marmo con al centrola Madonnaintarsiata.
Sul seguente altare sta una bella tela di Francesco Savani raffigurantela Mortedi S. Giuseppe.
Di pregevole fattura sono due telette (“Arcangelo Gabriele” e “Madonna Annunciata”), assegnate alla scuola bresciana della fine del ‘500 o del primo’600.
D’altissima qualità le via crucis.
La cassa organo è attribuita ai Boscaì.
Ai Boscaì sono attribuiti anche il pulpito, i confessionali e la stessa porta della Chiesa.
Ammirato in sagrestia il bancone opera dei Boscaì
Seicentesci sono gli arredi lignei, comprendneti il pulpito, la cantoria dell’organo, gli inginocchiatoi, i confessionali e il bancone della sagrestia. Settecenteschi sono gli affreschi della volta.
Degni di nota sono anche il pulpito, la cantoria dell’organo, due inginocchiatoi, i confessionali e il bancone della sagrestia, assegnati al sec. XVII.